Frank Lloyd Wright (parte prima)


Frank Lloyd Wright (1869-1959)
Forse il più grande architetto americano in quanto riesce a dare una riconoscibilità all'architettura americana. Interessantissima la nuova spazialità che da ai suoi ambienti e la riproposizione della casa plurifamigliare con degli schemi diversi da quelli che era la casa tradizionale. 
Nasce nel 1869 nel Wisconsin e muore nell'Arizona nel 1959, la sua giovinezza la trascorre a Boston, torna nel Wisconsin per fare degli studi di ingegneria, che però lascia senza laurearsi. Si sposta poi a Chicago, dove lavora nella studio di Adler e Sullivan, da cui prende questo senso della struttura e il gusto decorativo tipico della loro progettazione.
Lavora in questo studio per sei anni e nello stesso momento progetta delle altre a case (si potrebbe dire di nascosto). In seguito apre un suo studio a Chicago e a Tokio, in Giappone dove costruirà l'Imperial hotel. Questa passione per l’oriente, tipica del periodo, la si ritrova nella grande quantità di stampe giapponesi che acquista, di cui fa anche del commercio e che gli servono per un periodo a sopravvivere.
Si trasferisce in California e l'ultima parte della sua vita la trascorrerà nella casa studio dove morirà nel Wisconsin.
Interessante notare il fatto che Wright sia stato educato con il metodo di educazione di Froebel, un metodo di educazione basato sul gioco e attraverso la giustapposizione di solidi semplici e colorati, elementi che troveremo nelle prime opere di straforo mentre lavora da Sullivan. 
La sua è un'architettura organica di cui è il massimo esponente americano (in Europa si ha Aalto); si tratta di un’architettura che risente dell'ambiente, libera da schemi ed accademismi, che percepisce molto degli influssi della natura e che tiene molto da conto le esigenze dell’uomo, la cui massima espressione dell’architettura organica è la casa sulla cascata (edificio immerso nel bosco sopra una cascata).

Nel 1894 apre il suo primo studio ad Oak Park, come vedremo l'ideale di Wright è extraurbano, quindi la prima parte della sua produzione (che sono le case della prateria) sono tutte in lotti al di fuori del centro, dove noteremo che mentre in queste case tende ad aprirsi all'ambiente naturale, invece si chiuderà nelle sue opere urbane.
Queste case della prateria sono della fine dell'800 fino al 1910, da sottolineare come i motivi ornamentali sono esotici, quindi non presi dallo stile accademico, ma presi piuttosto dalla disegno maya e precolombiano, che riprende dalla Grammar of Ornaments di Owen Jones, da cui trarrà spunto anche Le Courbusier. 
Nel 1909 abbandona la famiglia, è un momento molto difficile dal punto di vista personale in quanto ha moglie e sei figli e si innamora della moglie di uno dei suoi committenti; si trasferisce per un periodo in Italia a Fiesole (sulle colline vicino a Firenze), si sposta poi a Berlino per un mostra e per una pubblicazione di un'importante casa editrice a cui tiene moltissimo.
Ritorna nel 1911 negli Stati Uniti nel Wisconsin dove costruisce la Taliesin I (che significa Giglio radioso), si tratta di una casa-rifugio, dove accoglie stagisti (i quali non solo si occupano di architettura, ma dovevano ad esempio occuparsi del mantenimento della casa). La casa sarà costruita e ricostruita più volte perché ad un certo punto la coppia di camerieri appicca fuoco alla casa ed uccise la signora ed altri sette collaboratori.
In seguito continuò a costruire con la terza moglie ed un figlio della prima moglie, tra il 1915-35 si sposta tra Chicago, la California e l’Estremo oriente.
Nel 1938 costruisce la Taliesin II in Arizona, dove utilizza un concetto base molto diverso, dovuto alla differente zona climatica (molto più caldo), si tratta di una villa all’aperto in mezzo ad un paesaggio desertico, in cui vengono realizzati con materiali molto diversi; certa critica dice che può rifarsi anche all'idea dell’ebreo nomade che è tipico della sua cultura. 
Dal 1938 al 1959 si sposta tra queste due zone di lavoro (Taliensin I e II); scrive anche molto sull'architettura e la società, all'inizio una delle sue prime opere riguarda il tema dell'industrializzazione (lui vede nella macchina un’aiuto in generale al fatto edilizio).
Da sottolineare come Wright non ami molto la struttura del cemento armato ma materiali naturali, nella casa della prateria tende ad utilizzare un solo materiale e per esempio nella casa della cascata ha dovuto per forza usare il cemento armato anche se sembra che abbia usato poco ferro. Non tutta la sua opera è considerata di livello, questo forse dovuto al fatto che aveva molto lavoro e non poteva seguire tutto.

Parliamo adesso della casa nella prateria, i punti programmatici di questa abitazione: 
  1. ridurre al minimo indispensabile le pareti divisorie, creando un ambiente circoscritto, distribuito in modo che aria, luce e visuale permeassero l'insieme di un senso di unità (concatenazione degli spazi); 
  2. armonizzare l'edificio con l'ambiente esterno, estendendo ed accentuando i piani paralleli al suolo e lasciando libera la parte migliore del luogo per usarla in collegamento con la vita della casa; 
  3. eliminare la concezione delle stanze e della casa come scatole e trattare invece i muri come pareti di chiusura in modo che formassero un unico recinto di spazio, conservando solo le suddivisioni minori (dare alla casa proporzioni più liberamente umane, sciupando meno spazio nella struttura e adattando questa ai materiali, rendendo così la casa più abitabile, o meglio più liberale; lunghe linee dritte e senza interruzioni erano molto opportune); 
  4. portare il malsano basamento incassato interamente sopra il livello del terreno, in modo che le fondamenta apparissero come una bassa piattaforma in muratura sulla quale si ergeva l'edificio; 
  5. dare a tutte le aperture interne ed esterne proporzioni logiche ed umane, e farle ricorrere naturalmente, isolate o in serie, nello schema di tutto l'edificio. Di solito sembravano pareti leggere, perché tutta l'architettura consisteva principalmente nel modo di disporre queste aperture nei muri che racchiudevano le stanze come pareti di chiusura. La stanza divenuta essenziale espressione architettonica non ammetteva buchi tagliati nelle pareti come si tagliano i buchi nelle scatole, perché ciò non si accordava con l'ideale ''plastico''. Tagliare buchi è violento;
  6. eliminare combinazioni di materiali diversi usando, per quanto possibile, un unico materiale; non applicare ornamenti che non nascessero dalla natura stessa dei materiali e contribuissero a rendere l'edificio più chiaramente espressivo della sua funzione e a dare al concetto dell'edificio un'enfasi rilevatrice. Le linee geometriche o rette erano naturali al macchinario allora impiegato nella costruzione, quindi gli interni acquistarono naturalmente questa caratteristica (quindi vede la macchina come uno strumento utile);
  7. incorporare impianti di riscaldamento, di illuminazione e tubature facendone parte integrante dell'edificio. Questi elementi di servizio divenivano architettonici, inquadrandosi nell'ideale di un'architettura organica;
  8. incorporare, per quanto possibile, il mobilio come architettura organica, facendone parte dell'edificio e progettandolo in modelli semplici per la lavorazione a macchina (arredo che deve essere progettato per poter essere costruito facilmente dalla macchina). Di nuovo linee rette e forme rettilinee;
  9. eliminare il decoratore, tutto curve ed efflorescenze, se non tutta ''l’epoca''.

Una delle prime casa di quelle che poi definiremo case della prateria è la casa Winslow del 1893 a River Forest (tutte case intorno a Chicago e sono ad Oak Park o a River Forest). Si tratta di un’opera di transizione, la pianta è molto bloccata contrastata da aggetti che sono la loggia e la parte di bow window. Altra caratteristica (che viene portata avanti nelle opere successive) la facciata principale composta, mentre quella sul retro libera a seconda dell'esigenza dell'utente. 
Fondamentale nella casa della prateria diventerà l'asse longitudinale, cioè la pianta della casa della prateria è a croce, dove è chiaramente definito l'asse longitudinale ed l’asse trasversale, all’incrocio dei due assi si trova il cuore della casa rappresentato da una grande camino centrale, elemento tipico della casa rurale di influenza giapponese (in quanto il camino è il punto da cui si ripartono gli spazi). 
Anche le bucature sono completamente diverse, in facciata vediamo delle bucature composte, mentre sul retro troveremo quelle che verranno definite finestre a nastro. Altro elemento fondamentale è il tetto, che va sempre più abbassandosi (con le falde che diventano sempre meno inclinate), molto aggettante per dare un senso si protezione e chiusura. 
Importante, rispetto alla casa tradizionale, è la mancanza degli abbaini e la mancanza della zona seminterrata; ma da sottolineare anche il fatto che Wright cerca di dare un senso di verticalità attraverso i camini, sempre raggruppati in uno unico. 
Nella casa Winslow abbiamo mattone, intonaco e semplici decorazioni di derivazione maya.

Altra casa, che potremmo far rientrare nelle opere di transizione, è la casa Hickox (1900) dove notiamo che la pianta del piano terra inizia ad avere un'asse longitudinale più importante, mentre chiusa e compatta la parte del secondo piano. Interessante la verticalità dei camini, anche se nella casa della prateria il senso orizzontale è quello predominante. 
Troviamo ancora la falda inclinata molto aggettante e la pianta inizia ad essere più libera, utilizza come rivestimento lo stucco oppure i mattoni (quando i mezzi glielo consentono); grande libertà di apertura delle finestre (parte della muratura stessa che prende il posto della finestra). 

Wright pubblica anche una serie di progetti sul Ladies’ Home Journal tra il 1900 e 1903, dove proporre delle nuove tipologie dell'abitare per l’americano medio (di 7000 e 5800 dollari). Ritroviamo tetti molto ribassati, il camino centrale da cui si ripartono gli assi e le vetrate continue (tra l’altro i vetri delle sue case sono sempre molto studiati con particolari segni geometrici e vetri colorati). 
Importante in queste case la spazialità con la volontà di rompere il susseguirsi di scatole (le stanze) per dare una continuità spazialità diversa. Altro elemento tipico della sua progettazione è l'ingresso, normalmente di piccole dimensioni per dare un maggiore senso scenografico all’ambiente a cui si accede (sempre luminoso e di grande dimensioni, per l’epoca).
Importante sottolineare che inizia a progettare secondo dei rapporti umano (e si basa sulle sue dimensioni), la presenza costante del verde ed un primo utilizzo, in uno di questi progetti, del tetto piano (possibile anche grazie alle nuove tecnologie).
Altro elemento caratteristico è il rialzamento su un basamento rispetto al terreno e il fatto che l’edificio si protende verso il giardino del lotto delimitato da un muro, caratteristica tipica della sua architettura.

Progetta poi la casa Willits (1902), presenta una più accentuata verticalità, grandi finestrature continue, tetto a falde ribassate, camino centrale che raggruppa tutte la canne fumarie. Questa casa, avrà molto successo quando viene portata alla mostra che allestisce a Berlino, sopratutto tra gli architetti del movimento moderno, infatti per la sua notevole verticalità si ricollega al gusto europeo, anche se rimane predominate l’orizzontalità. 
Anche qui tende ad utilizzare pochi materiali, quando ha pochi mezzi tende ad utilizzare legno e stucco, quando ha più mezzi usa pietra e mattone; qui utilizza intonaco, scelta che lo avvicina alla tradizione europea.

Una delle case più interessanti più la casa Martin a Buffalo (New York) nel 1904, i Martin sono degli industriali e per loro nel 1902 aveva già costruito una fabbrica di vernici per stufe dove aveva utilizzato per la prima volta il cemento armato; nello stesso anno sempre a Buffalo costruisce uno dei suoi più interessanti edifici urbani che è il Larkin Building (vedremo come si esprime in maniera diversa nell’ambiente urbano). 
Nello stesso lotto costruisce la casa Martin e la casa Buorton (che era della figlia del proprietario), queste senso di estensione nel paesaggio si sente fortemente; notiamo sempre la presenza camino da cui si dipartono gli assi della casa (primo piano camere per la notte, piano terra soggiorno), si ha poi un percorso coperto immerso nella zona verde (attraverso una pergola in cemento), che collega la casa alla zona dei servizio, un’altro collegamento si ha con la casa Buorton.
Utilizza in mattoni, sottolineando l’orizzontalità con fasce di pietra (dove i davanzali delle finestre si prolungano lungo tutta la facciata), negli interni si affida ad uno specialista per gli arredi. Importante camino in mattoni che ci riporta a Richardson, autore di varie case private in cui si ha il cammino come elemento fondamentale per arredo.
Costruisce anche la casa Coonley (1907-09), dove al piano terra si hanno i servizi mentre al primo piano stanze per il soggiorno, casa molto ricca e studiata, anche se è in legno, notiamo i disegni delle finestre dove propone una geometria precisa e particolare, con vari colori.
Progetta anche la casa Mc Cormick (1908), progetto molto grande ma non venne accettato dai committenti e venne realizzata in un'architettura tipica del rinascimento italiano, era un progetto molto amato da Wright e questo è stato motivo di grande disappunto, in quanto si sentiva poco capito.

Lasciamo le case della prateria e sempre per la famiglia Martin costruisce nel 1904 un edificio per uffici, il Larkin Building in cui si capisce come in un ambiente urbano Wright si chiede alla città, un approccio completamente opposto a quello della casa della prateria. 
La pianta è rettangolare chiusa, con agli spigoli le scale e dove i due prospetti corti hanno un trattamento diverso rispetto ai lati lunghi. In questo innovativo edificio propone una nuova organizzazione del lavoro; infatti non si hanno più stanze ma si tratta sostanzialmente di un open space lungo vari piani di gallerie che si aprono su una corte centrale, da cui entra la luce.
Utilizza mattone e pietra, minime aperture verso l'esterno e illuminazione che proviene maggiormente dalla copertura attraverso la grande corte; si tratta quindi di un edificio utilitaristico la cui lettura è chiara anche dall’esterno (con minime concessioni per la decorazione che ci riportano un po’ alla secessione).
Interessante l’arredo ignifugo da lui disegnato e la sua disposizione all’interno dell’edificio, Wright avrebbe voluto che non fosse modificato nulla; anche questo edificio non è stato particolarmente apprezzato e capito, forse perché era molto all'avanguardia (con l’accostamento e la compenetrazione di solidi puri, un'edificio che propone quelli che saranno i temi del cubismo); addirittura nel 1950 viene demolito, però venne visto da Berlage (autore della borsa di Amsterdam). 
Importantissima la concezione del lavoro in open space dove le differenze di gerarchia erano date dalla maggiore o minore concentrazione degli operatori. All'ultimo piano c'era un ristorante con giardini.

Altro edificio urbano è lo Unity Temple (1904-1906), può essere considerato il primo edificio in calcestruzzo a vista di Wright, con pietre abbastanza di grossa pezzatura che rendono la superficie ruvida ed effetti di luce particolari, con un modo di lavoro ripreso da altri progettisti.
Si ha un edificio destinato al culto vero e proprio, separato dalla casa parrocchiale da un atrio, a ciò si accede attraverso un corridoio esterno di piccole dimensioni; questa modalità di accesso sia all'esterno che all'interno (per arrivare alla sala principale) è tipico e riproposto negli anni da Wright per dare un effetto scenografico al luogo in cui si accede. Lo usa molto anche nelle case private (come nella Robie House), cui si accede attraverso un percorso esterno ed interno per poi accedere allo spazio del soggiorno, qui accade anche all'interno per arrivare alla sala di culto.
Nella sala di culto i fedeli circondano sui tre lati l'altare dell'officiante, le facciate sono quattro e uguali, con un trattamento unitario che tende a dare un senso unità; tetto piano aggettante e chiara chiusura alla città, con brevi bucature in alto. 
E’ una chiesa ma ci manca il campanile, che ha sempre indicato l'aspirazione all'alto, qui riproposta attraverso la copertura che è trasparente, da cui scende la luce, con un soffitto cassettonato vetrato, che porta questo stesso senso si religiosità di comunione con Dio. 
Possiamo vedere come l'altare sia circondato dalle panche e dai fedeli (con un senso di unione tra l’officiante e i fedeli) e poi dall'atrio non si accede direttamente alla sale delle funzioni, ma, come detto, si passa attraverso un corridoio stretto che porta poi a sfociare nella sala dei culto, percorso che secondo certa liturgia religiosa dovrebbe preparare all'incontro con la divinità (come nel tempio egiziano, ma anche nelle chiese bizantine con il nartece). 
Anche qui notiamo un modo di accostamento e compenetrazione di solidi semplici; minimi elementi decorativi e sempre geometrici, tetto piano e aggetto delle pensiline a proteggere l'edificio.

La Robie house (1908-10) viene considerata l'emblema della casa della prateria, considerata più villa urbana (in quanto è più vicina al centro città), ma ha tutte le caratteristiche della casa della prateria. Abbiamo un lotto il cui perimetro è chiuso da un muro, senso fortissimo di orizzontalità, evidenziata da davanzali che corrono lungo tutta la parete finestrata (non taglia la finestra nel muro ma è il perimetro che viene composto di finestre).
Altro elemento il tetto molto piano e grande aggetto della copertura, che tende a dare ombra al piano sottostante e quindi a dare certa leggerezza di tutta la struttura; perpendicolarmente a questo corpo, con gli ambienti per il soggiorno, se ne ha uno con le stanze da letto. 
Alla hall di entrata di accede attraverso un piccolo percorso che corre parallelamente alla casa e che porta ad una stanza di grandi dimensioni rispetto ad allora, inoltre ha come parametro di dimensionamento della progettazione la dimensione umana.
Da segnalare il solito camino centrale (unito alle scale che portano al piano superiore) e gli spazi sono concatenati gli uni agli altri. La casa è sollevata su una sorta di piedistallo e si accede al giardino circostante attraverso due scale, dove possiamo notare il bow window triangolare (un po’ la sua firma costruttiva) a dare maggiore senso di orizzontalità. 
Lo sbilanciamento verso sinistra, dato dai due corpi che compongono la struttura viene in realtà bilanciato da una grande corte rettangolare. Gli interni sono molto studiati (tipico della concezione organica), arredi in legno studiati per poter essere facilmente costruibili attraverso le macchine.

Un'edificio pubblico molto particolare è il Midway Gardens (1914) in quanto di solito lavora per clienti ricchi. Si tratta di una specie di birreria all'aperto di derivazione tedesca, con giardini, ristorante, pista da ballo e orchestra, fatta di cemento armato e mattone biondo, viene costruito in 90 giorni, demolito nel 1929, perché rappresentava un certo tipo di cultura che non andava d’accordo con il proibizionismo. Interessante la decorazione molto minuta delle facciate che lo ricollega all’Imperial Hotel.

L’Imperial Hotel a Tokyo (1922), il progetto ha un iter molto lungo e sofferto, anche perché venne costruito secondo delle regole e modalità antisismiche perfette (infatti resistendo ad un forte terremoto), ma nel 1968 è stato demolito. 
Elementi caratteristici della progettazione sono l’aver utilizzato un mattone pregiato e pietra comune in Oya, i solai a vassoio, utilizzo di rame lavorato a mano, muri perforati che danno estremo movimento alla facciata e le condutture isolate ed indipendenti dalle fondazioni (contribuendo alla antisismicità).
La pianta è rettangolare suddivisa in quadrati interni e una parte di questi spazi erano occupati da vasche d'acqua (che oltre all’effetto formale avevano vari significati attribuiti dai giapponesi), verde molto preponderante e muro con disegno molto minuto che riporta al mondo maya. 
Interessante vedere la costruzione dei solai a vassoio, infatti il solaio fuoriesce; opera piuttosto pesante dal punto di vista formale, all'interno si trova un grande camino passante, molto disegnato, come è la copertura della sala da pranzo.

Nessun commento:

Posta un commento